Strategie per motivare il personale
All’interno di un’azienda, indipendentemente dalle sue dimensioni e dal settore merceologico che tratta, riveste un ruolo strategicamente rilevante e spesso decisivo, la motivazione del personale dipendente: un gruppo di dipendenti motivati a svolgere il proprio lavoro consente infatti di massimizzare la produzione e di evitare errori e tempi morti durante lo svolgimento delle proprie funzioni.
Motivazione del personale come elemento di competitività
Il nodo cruciale è interpretare la questione della motivazione del personale non tanto sotto il profilo del comportamento del singolo individuo, quanto piuttosto dal punto di vista di chi, come ad esempio un dirigente, deve motivare il personale a lui affidato.
Il primo passo in questo senso è quello di far coincidere gli interessi di un’azienda con gli interessi personali dei propri dipendenti: in tal modo il team si muoverà come un unico soggetto, spinto dalla stessa forza e focalizzato sullo stesso target.
Questo ragionamento vale ancora di più in tempi incerti come quelli che stiamo vivendo: con un mercato del lavoro contraddistinto dall’estrema flessibilità, avere un personale motivato può segnare la differenza tra un’impresa efficiente ed un’azienda statica che subisce il mercato. È proprio in questo senso che bisogna leggere la questione relativa alla motivazione del personale, essa rappresenta un modo per dare competitività all’impresa.
Cosa si deve intendere per motivazione
Per capire in cosa consiste e cosa bisogna effettivamente intendere con il termine motivazione, dobbiamo innanzitutto fare riferimento alla composizione lessicale del termine stesso, derivante da due distinte parole, motivo e azione.
Così scomposta la parola lascia intendere senza troppi sforzi di come la motivazione sia null’altro che l’insieme dei motivi che spingono un individuo a compiere certe azioni pratiche. In tal senso la motivazione può essere vista come l’insieme degli obiettivi personali che spingono un individuo, in questo caso un lavoratore, ad impegnarsi a compiere determinati comportamenti.
In quest’ottica appare chiaro il quadro delle motivazioni: in primis dipendono dalla personalità stessa di un individuo, dalla sua attitudine a compiere azioni con senso del dovere e della responsabilità: un buon lavoratore, da sempre, è una persona ligia al proprio dovere nei confronti della sua azienda. Tuttavia il mercato del lavoro sempre più flessibile e frastagliato impone modelli motivazionali diversi, come ad esempio la capacità e la volontà di affermarsi professionalmente, e non ultimo il lato economico.
Nella storia dell’uomo il denaro è stato sempre un veicolo in grado di motivare un individuo, tuttavia l’esperienza dei datori di lavoro dimostra che un elemento essenziale per motivare il lavoratore risiede nel dargli felicità: un lavoratore che al mattino sarà felice di andare a svolgere il proprio compito, sarà un lavoratore produttivo e motivato.
Il nodo cruciale dell’allineamento degli obiettivi
Se si desidera motivare il proprio personale e renderlo produttivo è necessario partire innanzi tutto dall’allineamento degli obiettivi dell’azienda e personali del lavoratore: se si va tutti nella stessa direzione è possibile dare una spinta maggiore e più forte alle proprie attività.
Tale necessità viene resa ancor più impellente dal mondo del lavoro così come oggi è strutturato, in questo senso il binomio flessibilità-incertezza grava come un macigno sulle spinte motivazionali dei lavoratori. P
ensare di lavorare su un progetto, terminato il quale viene meno il rapporto con un’azienda, è un ostacolo non da poco rispetto alla capacità di motivare un individuo. Questo modello infatti sbatte contro la prassi dei lavoratori di trent’anni fa, in quel periodo infatti, l’ambizione del lavoratore era quella di fare carriera dentro un’azienda, migliorando il proprio ruolo e la propria posizione economica.
È proprio per questo motivo che appare sempre più indispensabile, per le aziende, condividere con il personale un obiettivo a medio e lungo termine, affinché i lavoratori percepiscano che si naviga tutti sulla stessa, famosa, barca; che il successo aziendale è il successo del lavoratore e che, anche in caso di interruzione della collaborazione, il lavoratore potrà trattenere dei benefici dall’esperienza compiuta.
Motivazione del personale attraverso il corretto comportamento dei dirigenti
Il primo passo per un dirigente aziendale è senza alcun dubbio quello di dare il buon esempio: da che mondo è mondo l’essere umano ha bisogno di una guida, tale necessità si rende ancor più impellente nei momenti di grave crisi e di incertezza come quello che stiamo vivendo.
Una guida, che attraverso i suoi comportamenti possa contribuire a focalizzare l’immagine su come comportarsi all’interno di un’azienda, può essere vista come l’esempio da seguire per i lavoratori. Un po’ come i bambini che imparano guardando i propri genitori, allo stesso modo un lavoratore si comporterà seguendo l’esempio dei propri dirigenti. Tanto per fare qualche esempio se si vuole avere dei dipendenti puntuali, bisogna essere puntuali più di loro, se un lavoratore vede il proprio capo arrivare in anticipo, lo prenderà da esempio e ne ripeterà i comportamenti.
Così come i comportamenti sono estremamente importanti, lo stesso vale per la comunicazione interna all’azienda: molti dirigenti si affidano ancora a metodi ormai superati, dimenticando che la comunicazione oggi vale davvero molto. Saper comunicare come un leader e non come un capo, può fare la differenza con i propri dipendenti: è infatti necessario essere quanto più possibile lineari e trasparenti, ed avere molto tatto con ogni persona. In quest’ottica risulta molto importante adottare un linguaggio consono alle situazioni, evitando espressioni che possono indurre paure nei confronti dei dipendenti, e cercando invece espressioni quanto più positive possibile.
Motivare tenendo informati dipendenti e collaboratori
Dicevamo poc’anzi dell’importanza di allineare gli obiettivi personali a quelli aziendali, in questo senso per una dirigenza consapevole del proprio ruolo e decisa a motivare il proprio personale, è necessario attivare con i propri dipendenti un processo di feedback, con il quale fornire le informazioni aziendali che sono conseguenza dell’azione e di un comportamento dei lavoratori.
Questa necessità deriva da una caratteristica innata dell’essere umano, quella cioè di ottenere riscontro delle proprie azioni: per un dirigente accorto e le cui azioni sono tese a motivare i propri dipendenti, è d’obbligo fornire a questi ultimi un riscontro effettivo e puntuale del loro lavoro. Avere consapevolezza di cosa si è riusciti a produrre è un incentivo a migliorare i propri standard lavorativi.
In tal senso appare di estrema importanza comunicare dicendo sempre la verità: fornire informazioni errate o distorte, è molto peggio di non comunicarle affatto. Il dipendente che si accorge di aver ricevuto un’informazione errata avrà una percezione molto negativa della sua azienda e dei propri dirigenti, e non sarà motivato a lavorare di più e meglio.
Motivare le personale dandogli senso di appartenenza all’azienda
È importante motivare le persone anche attraverso piccole azioni di elogio pubblico ed attraverso premialità che non necessariamente debbano essere un benefit economico: ciò che è fondamentale è saper coinvolgere l’intero gruppo in questo sistema.
Organizzare piccole riunioni in cui vengono espressi gli obiettivi e festeggiare insieme all’intero team il loro raggiungimento crea e salda lo spirito di squadra, evitando gelosie e frizioni tra i lavoratori. In questo senso è utile ricordare come un team che lavori unito sia decisamente più produttivo e motivato di un insieme di persone in cui ognuno fa la sua parte chiuso nella propria stanza e senza conoscere il lavoro svolto e i risultati ottenuti dall’intera squadra.
Nella speranza che il presente articolo sia stato di vostro gradimento, rimaniamo a disposizione per ulteriori chiarimenti in merito. Per qualsiasi necessità, potete sempre scriverci a in**@ea********.it.